Tysabri nel trattamento dei casi gravi di sclerosi multipla recidivante-remittente
Tysabri, il cui principio attivo è Natalizumab, trova impiego nel trattamento degli adulti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente, quando cioè il paziente soffre di attacchi neurologici ( recidive ), seguiti da periodi di recupero senza sintomi ( remissioni ). Il medicinale viene utilizzato nei seguenti casi: elevata attività della malattia, nonostante la terapia con Interferone-beta oppure malattia grave e in rapido peggioramento.
Il trattamento con Tysabri deve essere iniziato e supervisionato da un medico con esperienza nella diagnosi e nel trattamento delle malattie del sistema nervoso, che abbia facile accesso a una particolare apparecchiatura diagnostica, la risonanza magnetica ( RM ). Questa apparecchiatura permetterà al medico di controllare le alterazioni del cervello provocate dalla sclerosi multipla o la rara infezione cerebrale denominata leucoencefalopatia multifocale progressiva ( PML ).
Tysabri viene somministrato per infusione in un arco di tempo di un'ora ogni quattro settimane. Poiché l'infusione può scatenare una reazione allergica, il paziente deve essere monitorato sia durante l'infusione, sia nell'ora successiva. Se il paziente non mostra chiari segni di beneficio terapeutico dopo sei mesi, il medico dovrà valutare l'opportunità di proseguire la cura. Ai pazienti in cura con Tysabri deve essere distribuita una carta di allerta speciale, in cui siano sintetizzate le informazioni principali sulla sicurezza del medicinale. I pazienti devono far leggere la carta di allerta al proprio partner o a chi se ne prende cura, nonché agli altri medici che li hanno in cura, dato che essi potrebbero notare i sintomi della leucoencefalopatia multifocale progressiva di cui i pazienti non si rendono conto, come mutamenti di umore e del comportamento o alterazioni della parola.
Il principio attivo di Tysabri, Natalizumab, è un anticorpo monoclonale che si lega a una parte specifica di un'integrina, denominata alfa4beta1 integrina, che è reperibile sulla superficie della maggior parte dei leucociti.
Bloccando l'integrina, Natalizumab impedisce ai leucociti di raggiungere il cervello attraverso il sangue. In questo modo l'infiammazione viene ridotta, così come la lesione nervosa provocata dalla sclerosi multipla.
Gli effetti di Tysabri sono stati analizzati in modelli sperimentali prima di essere studiati sugli esseri umani. Due studi, durati entrambi due anni, hanno esaminato l'efficacia di Tysabri nella cura della sclerosi multipla. Uno studio ha messo a confronto Tysabri usato in monoterapia con un placebo su 942 pazienti. L'altro studio ha analizzato l'effetto prodotto dall'impiego di Tysabri in associazione con l'Interferone beta-1a su 1.171 pazienti. Le principali misure dell'efficacia erano la riduzione del numero di recidive e le variazioni del livello di disabilità del paziente misurata in base a una scala standard EDSS ( Expanded Disability Status Scale ).
Nello studio in monoterapia Tysabri è risultato più efficace del placebo nel ridurre il numero di ricadute. Dopo un anno si è registrato un calo di circa due terzi del numero di attacchi di sclerosi multipla nei pazienti trattati con Tysabri rispetto ai pazienti trattati con il placebo.
Tysabri si è rivelato più efficace del placebo anche per gli effetti invalidanti della sclerosi multipla: nell'arco di due anni, il rischio di progressione dell'invalidità è stato ridotto del 42% rispetto al gruppo trattato con placebo.
Nello studio complementare con Interferone beta-1a, il rischio di peggioramento dell'invalidità e il numero di recidive sono stati ridotti. Tuttavia, il modo in cui lo studio è stato concepito non ha consentito di identificare chiaramente se tali risultati fossero dovuti al solo Tysabri o alla combinazione.
I pazienti, i loro familiari, e i medici devono essere al corrente del fatto che Tysabri può provocare infezioni, compresa la leucoencefalopatia multifocale progressiva. La PML presenta sintomi simili a quelli di un attacco di sclerosi multipla e solitamente causa grave invalidità o decesso. In caso di sospetta leucoencefalopatia multifocale progressiva, il dottore deve interrompere la cura fino a che non accerti che il paziente non è affetto dall'infezione.
Negli studi condotti gli effetti collaterali più comuni di Tysabri ( rilevati tra 1 e 10 pazienti su 100 ) sono state le infezioni del tratto urinario, nasofaringite, orticaria, cefalea, vertigine, vomito, nausea, artralgia, brividi, febbre e stanchezza.
Circa il 6% dei pazienti che hanno partecipato agli studi hanno sviluppato anticorpi di lunga durata contro Natalizumab, con un conseguente calo dell'efficacia del medicinale.
Tysabri non va usato nei pazienti che potrebbero essere ipersensibili ( allergici ) a Natalizumab o a uno qualsiasi degli altri eccipienti. Il medicinale non deve essere somministrato ai pazienti affetti da leucoencefalopatia multifocale progressiva o a rischio di infezione, compresi i pazienti che soffrono di un indebolimento del sistema immunitario a causa di una malattia o di altri medicinali assunti nel quadro di una terapia in corso o già terminata. Inoltre Tysabri non deve essere somministrato contemporaneamente all'Interferone beta o al Glatiramer acetato. Infine, va evitata la somministrazione ai pazienti affetti da tumore ( a esclusione di un particolare tumore della pelle denominato carcinoma a cellule basali ) o ai pazienti di età inferiore ai 18 anni.
Il Comitato per i medicinali per uso umano ( CHMP ) ha concluso che l'efficacia di Tysabri nella cura della sclerosi multipla, in termini sia di ricadute sia di disabilità, è stata chiaramente dimostrata. Tuttavia per via del profilo di sicurezza del medicinale, il medicinale deve essere impiegato solo nei pazienti che ne hanno realmente bisogno.
Il Comitato ha deciso che i benefici di Tysabri sono maggiori dei suoi rischi come singola terapia modificante la malattia nella sclerosi multipla recidivante-remittente altamente attiva nei pazienti che non rispondono al trattamento con beta-Interferone o nei pazienti la cui malattia evolve rapidamente. ( Xagena2008 )
Fonte: EMEA, 2008
Neuro2008 Farma2008